Un modello tipico della
nostra cultura è quello definito iper-protettivo.
Come dice la parola, in
queste situazioni, i genitori sono mossi da una missione che guida
sempre e comunque il loro comportamento: cercare di fare in modo di
rendere la vita dei loro figli il meno complicata possibile, talvolta
sostituendosi a loro.
I figli, di conseguenza
non sono chiamati a rendere conto delle loro azioni, non è chiesto
loro di interfacciarsi con alcun minima difficoltà, chiedono e
pretendono l'aiuto dei genitori in ogni situazione e, se questo non
succede, possono reagire con aggressività.
La parola d'ordine di
queste famiglie è "Dicci cosa ti serve, te la procuriamo noi!".
Sebbene questo tipo di
messaggio, ad un primo sguardo, possa sembrare d'amore, ad uno più
attento si delinea come un messaggio subdolo.
Se da un lato affermiamo
che aiutiamo qualcuno perché gli vogliamo bene, dall'altro, è come
affermare che lo facciamo perché quel qualcuno non è in grado di
cavarsela da solo.
Ogni volta che ci
sostituiamo a lui, quindi, è come dire che sappiamo che da solo lui
non sarebbe capace di farcela.
Nella pratica quindi
cosa succede?
Il figlio non ha modo di
provare ad affrontare stimoli e di conseguenza, di mettersi alla
prova per diventare abile; crescerà come un incapace totale perché
l'unico modo per costruire la fiducia nelle proprie abilità è solo
attraverso l'esperienza concreta del superamento di ostacoli e
difficoltà.
La domanda sorge
spontanea: perché dovrebbe sforzarsi quando c'è qualcuno che lo fa
al suo posto?!
Quando e perché
queste famiglie chiedono aiuto ad un esperto?
Arrivano nel momento in
cui, o i genitori, o i figli stessi, si scontrano con delle
problematiche che hanno alla base la sensazione di insicurezza; si
parla di problematiche piuttosto varie: da problemi scolastici, a
quelli relazionali, ai disturbi d'ansia.
Come gestire questo
sistema familiare?
Il genitore deve provare
a modificare la sua modalità interattiva con il figlio, apportando
dei minimi cambiamenti: i genitori dovranno applicare dei piccoli
boicottaggi quotidiani alle richieste implicite o esplicite dei figli
in modo tale da permettere loro di esporsi per sperimentare le
proprie abilità e risorse. Di nuovo si torna ad una situazione in
cui i ruoli di genitori e figli sono ben definiti.