GLI ASPETTI PSICOLOGICI DEL MAL DI TESTA


Si può fare una prima distinzione tra cefalee “primarie” e “secondarie”: al contrario di queste ultime, che hanno sempre una causa ben identificabile (traumi, infezioni…), le prime sono per lo più provocate da processi in parte sconosciuti.
E’ proprio in questo ambito che sembrano essere maggiormente rilevanti i fattori psicologici, il temperamento, ma soprattutto le strategie adottate dal soggetto per gestire lo stress ed esprimere le proprie emozioni.
Dagli studi è emerso che coloro che soffrono di cefalea tendono più spesso ad essere ambiziosi e competitivi; sono anche perfezionisti e tendono a sovraccaricarsi di impegni, trascurando le normali esigenze del corpo di riprendersi da uno sforzo fisico o mentale. Temono le critiche altrui, e per questo motivo spesso le relazioni sociali sono fonte di tensione; la caratteristica predominante, però, sembra essere la tendenza a reprimere e a gestire in modo inadeguato le emozioni, soprattutto la rabbia.
Questo, a mio parere, spiega in parte il collegamento con la depressione (per lo più di tipo cronico), spesso presente nelle persone soggette al mal di testa: in entrambi i disturbi, infatti, c'è alla base una cattiva gestione della propria aggressività. Anche l’ansia, però, sembra avere un ruolo di primo piano, soprattutto nelle cefalee di tipo tensivo (dovute alla contrazione dei muscoli del collo, del cranio e delle spalle).
Ovviamente, il fatto di possedere determinati tratti di personalità costituisce solamente una predisposizione alla patologia; essa potrà scatenarsi in concomitanza ad alcuni fattori stressanti di varia natura (problemi lavorativi, affettivi…).
Sembra, in sintesi, che queste persone abbiano delle grosse difficoltà a lasciarsi andare, letteralmente a “perdere la testa”: è il primato del pensiero, che avviene proprio in questa sede, sull’emozione e sugli istinti. Queste persone utilizzano modalità inadeguate di gestione dello stress: la repressione, e addirittura l’inconsapevolezza, della propria rabbia.
Il mal di testa, in sintesi, può essere un importante segnale del corpo, che “invita” il soggetto a modificare il proprio stile di vita; a volte, infatti, può essere utile imparare ad essere meno esigenti verso gli altri e soprattutto verso se stessi, ponendosi obiettivi più realistici. Ovviamente, bisogna prima di tutto escludere qualsiasi possibile causa organica, sottoponendosi agli opportuni esami medici; ma, in assenza di altre patologie, risulta necessario riflettere sulle possibili “cause” individuabili nella propria vita.

Bibliografia:

- T. Dethlefsen, R. Dahlke (2003), “Malattia e destino. Il valore e il messaggio della malattia” (pagg. 171-177), Edizioni Mediterranee.
- M. Pini (2006), “Aspetti psicopatologici delle cefalee primarie. Teorie, metodi e risultati della ricerca”, Franco Angeli.